Il Manichino


non sono bravo con i titoli -.-"fantasy, guerra, soprannaturale, horror

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  1. Steeve
     
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    capitolo 1

    Era una bella giornata di fine primavera, il sole riscaldava l’ aria e faceva maturare i frutti ancora acerbi sulle fronde dei meli. Si sentivano gli uccellini cantare ed i corvi gracchiare, era tutto perfetto, solare e luminoso, se non fosse per un piccolo problema: quell’ umano non ne voleva sapere di morire.
    Era da più di dieci minuti che correva: povero stupido, quello era tutto fiato sprecato. Perché gli umani erano tutti uguali? Tutti così noiosamente attaccati alla loro vita.
    *
    Correva, non aveva idea da quanto tempo lo stava facendo, sapeva solo che doveva farlo per sopravvivere.
    Il sole gli accecava gli occhi neri e gli faceva girare la testa, respirava affannosamente mentre i pollini gli stuzzicavano le narici.
    << E’ tutto inutile >> Sussurrò la fata all’ orecchio dell’ umano che cadde rovinosamente sul terreno per lo spavento.
    *
    Era caduto a terra, ormai per lui era finita. Gli mise il piede sul collo per impedirgli di alzarsi, sentiva il suo sangue pulsare nelle vene, rosso e caldo, come quella giornata.
    << Haruna muoviti, non abbiamo tempo da perdere.>> Si intromise la fata dai capelli rossicci e ondulati con tono annoiato e seccato.
    La fata dai capelli blu decise di accontentarla: prese per il colletto il piccolo umano alzandolo da terra e facendolo sbattere contro un albero affondò i canini nel collo del ragazzino rompendogli la giugulare e facendolo urlare di dolore. Il sangue si riversò sulla spalla del bruno sporcandolo, mentre la sua testa ormai quasi staccata del tutto si piegò facendo intravvedere le vertebre cervicali. Il liquido rosso continuò la sua corsa dipingendo di cremisi tutto quello che incontrava e quando toccò il verde del prato Ayumu esalò il suo ultimo respiro.

    ___________________________________________________________________________

    L’ aria era calda, intensa dei profumi fiori primaverili, in giro non si vedeva nessuno, la fitta nebbia oscurava il porto, rendendo quasi invisibile la figura della nave ormeggiata. Solo un passerotto riuscì ad intravederne la sagoma nella fioca luce del crepuscolo. Si avvicinò piano sbattendo le ali, creando figure bizzarre ed astratte sulle vele nere. Planò piano sulla cornice di un oblò sul fianco destro del galeone. Non era una nave che aveva visto ancora, e di certo non apparteneva al capitano Jack, solito ad attraccare in quelle zone per pattugliare, e nemmeno di un commerciante di tessuti come Sael. Era un galeone straniero, con vele nere come le notti senza stelle.
    Spinse con la zampa la finestrella che si aprì con un cigolio. All’ interno l’ imbarcazione era buia e polverosa, la luce che filtrava dall’ oblò rischiarava la scrivania sul quale erano sparse cartine ingiallite che il vento faceva svolazzare. Alle pareti erano appesi strumenti di misurazione e altre mappe. In un angolo, protetto dalle ombre, steso malamente su un tappeto nero, giaceva quello che poteva essere il captano della nave. Si avvicinò lentamente all’ uomo saltellando, abbastanza per punzecchiargli le dita e capire dai suoi mugolii che non era morto. L’ uomo si mosse, aprì lentamente gli occhi nocciola. Era stordito e assonnato: dove si trovava? La vista era appannata, ma riconobbe quasi subito la cabina della sua nave. Si alzò barcollando, facendo volare via il passero. Dove era finito il suo equipaggio?

    Era da tre ore che camminava avanti e indietro per la stanza. Non riusciva a darsi pace, Timmy e la sua squadra avrebbero già dovuti essere lì, no? E allora perché davanti a lui c’ erano solo sedie vuote? Un rumore dietro la porta lo distolse dai suoi pensieri.
    “Avanti” fece secco l’ uomo stizzito nella stanza. La porta si aprì ed un’ enorme figura maschile comparve sulla soglia.
    “Signore, porto brutte notizie, è stato rinvenuto il corpo del soldato Timmy è stato rinvenuto da una pattuglia nella campagna nei pressi di Talal e …” il soldato venne interrotto da un’ imprecazione da parte del capitano della resistenza.
    “Merda… un’ altro… dobbiamo liberare la città di Talal dalle fate al più presto. Prepara una squadra, agiremo stanotte.”
    “Capitano Max… ” continuò il soldato “una nave sconosciuta ha attraccato al Porto delle Sirene, non proviene dal Regno, supponiamo che sia una nave umana.”
    “Umana? Come ha fatto ad arrivare al Regno? Cercate i superstiti, se ce ne sono, portateli qui. La priorità ora sarà proteggerli, se riusciamo a condurli al Portale questa guerra sarà finita. Ah, e… un’ ultima cosa Jack. Fa attenzione.”
    “Sì capitano.” Detto questo Jack uscì dalla stanza lasciando solo il capitano ad immergersi nei suoi pensieri.
     
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  2. Ox:)
     
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    Me gusta! Steeve sei molto bravo! Molto più di me!
    O.
     
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1 replies since 9/12/2013, 18:34   33 views
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